Appuntamenti

11/07/2012

Michele Tomaselli su iMagazine

Intervista all'autore di Mulinaris - Storie di pastai udinesi.

Michele Tomaselli è il protagonista della rubrica L'autore della porta accanto, curata da Andrea Doncovio, e pubblicata sul numero 39 della rivista iMagazine.
\ L'autore di Mulinaris - Storie di pastai udinesi, edito da Goliardica Editrice, parla del libro, della sua passione per la storia e di quella per i viaggi.
\
\ Qui sotto la versione intergrale.
\
\ «Da ragazzo ero uno “studente di sopravvivenza”, ma in storia avevo 9 in pagella». Col tempo quella passione è sbocciata e, ripercorrendo le vicende dei propri nonni, attraverso foto d’epoca e accurate ricerche, Michele Tomaselli ha intrapreso uno straordinario viaggio nel passato. In Mulinaris – Storie di pastai udinesi, ha rivissuto per il grande pubblico l’evoluzione economica, sociale e culturale di questo territorio. Dall’Ottocento ai giorni nostri.
\
\ Michele Tomaselli, un libro sull’epopea dei fornai Mulinaris: perché questa scelta?
\ «I Mulinaris furono fra le prime famiglie di fornai udinesi di piazza San Giacomo; protagonisti della storia della pasta italiana, fondarono a Cussignacco il celebre e conosciuto pastificio, e quello nell’allora Küstenland della frazione cervignanese di Muscoli, costretto alla chiusura a causa della scomparsa del capitano Vittorio Tomaselli sul fronte russo».
\ Tutti pastifici, all’epoca, di grande successo.
\ «Grazie ad ottime scelte commerciali, il pastificio di Cussignacco riuscì ad ottenere numerosissime commesse, fra cui anche quella dalla Barilla, già colosso nazionale. La pasta Mulinaris riuscì a conquistare sia il mercato nazionale che estero trovando diffusione in Germania, Austria, Egitto, Ungheria, Somalia e Persia. Qui ricevette perfino una speciale
\ menzione da parte dello Scià. Basti pensare che negli anni Sessanta le maestranze che trovavano occupazione nel pastificio di Cussignacco erano oltre centottanta».
\ Pastai, ma non solo…
\ «Nel 1950 un Mulinaris, Raimondo, ha contribuito a far arrivare l’Udinese nell’Olimpo del calcio italiano, ovvero nella massima serie…».
\ Torniamo al libro: perché ritiene importante che la gente debba conoscere la storia dei Mulinaris e dei loro pastifici?
\ «La mia pubblicazione ricostruisce, attraverso racconti e fotografie, non solo le vicende della famiglia, ma anche aspetti di storia friulana che hanno contribuito allo sviluppo delle frazioni di Cussignacco, Paparotti, della stessa città di Udine e di Cervignano del Friuli. Un viaggio dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri, ripercorrendo i principali avvenimenti che hanno caratterizzato l’evoluzione economico-industriale di questo territorio, con ricadute nel campo della cultura, dell’architettura e dei rapporti sociali».
\ Scrivere un libro di questo genere implica un lavoro di ricerca estremamente puntiglioso: come si è svolto, in concreto?
\ «La prima fase è stata quella di raccogliere tutte le informazioni possibili senza lasciare nulla al caso. Si è reso necessario consultare gli archivi di stato di Gorizia e Udine, della Camera di Commercio e Notarile di Udine, quello edilizio ed anagrafico dei Comuni di Udine e Cervignano, il libro fondiario dell’Ufficio tavolare di Cervignano, ma soprattutto il reperimento delle fonti bibliografiche che riferiscono ai pastifici e a quelle vicende legate alla famiglia. Ho passato interi pomeriggi alla biblioteca “Joppi” di Udine e alla “Ca’ Foscari” di Venezia».
\ Documenti ufficiali, ma non solo…
\ «Sono state preziosissime le testimonianze delle persone che ho intervistato, fra cui alcuni eredi Mulinaris. L’uso storico delle immagini è risultato una testimonianza documentabile formidabile».
\ Ha parlato di prima fase; la seconda qual è stata?
\ «Quella che ha riguardato la stesura e la selezione delle informazioni raccolte, suddivise per argomentazioni e parti. In particolar modo sono soddisfatto di aver dedicato uno spazio del mio lavoro ad alcuni aspetti architettonici e culturali legati alla famiglia Mulinaris sconosciuti al pubblico udinese. La terza ed ultima fase ha riguardato la scelta delle fotografie da allegare ai testi: immagini quasi del tutto inedite».
\ In questo intenso percorso c’è qualcuno che l’ha aiutata?
\ «Desidero ringraziare mia madre (la sociologa e scrittrice Gabriella Burba, ndr), il presidente dell’associazione Cervignano Nostra, Antonio Rossetti, che ha creduto fin da subito in questo libro di cui ha curato la prefazione, ed il giornalista sportivo Luciano Provini».
\ Mulinaris – Storie di pastai udinesi è il suo primo libro: com’è il rapporto con la scrittura?
\ «È una passione sviluppatasi in questi ultimi anni. Ho iniziato a scrivere documentando i miei primi reportage di viaggio in giro per il mondo: Himalaya nepalese, Himalaya indiano, Laos, Cambogia, Myanmar, Uganda, Madagascar, Mauritius, Yemen, Tanzania, Islanda… Poi sono arrivati gli articoli pubblicati e le collaborazioni con alcune riviste di montagna e di viaggi. Da alcuni anni collaboro con un mensile del Canton Ticino occupandomi anche delle montagne di casa nostra. Nonostante l’orientamento verso il giornalismo, ho sempre avuto un amore smisurato per la storia locale».
\ Un amore nato quando?
\ «In realtà è stato un percorso ad ostacoli, non avendo una formazione di tipo specifico. A scuola ero uno “studente di sopravvivenza”, ma in storia ero fra i migliori. In quarta superiore ottenni un nove in pagella, l’unico di tutto l’istituto».
\ Il libro è caratterizzato da numerose foto d’epoca: è stato difficile reperirle?
\ «Sono un collezionista di foto e cartoline d’epoca di Cervignano e Udine, inoltre conosco svariati collezionisti che in tal senso mi hanno fornito le diverse scansioni frutto del loro archivio. Grazie al rapido affinamento delle tecniche informatiche, oggi è possibile ricostruire le trasformazioni del territorio anche grazie all’uso delle semplici cartoline, che da oltre un secolo propongono un’immagine della realtà, del costume, della qualità artistica, e dello sviluppo sociale».
\ Oltre al collezionismo, quali sono le altre passioni?
\ «Senza dubbio viaggiare. Mi piace definirmi un viaggiatore senza tempo che cerca di raggiungere i luoghi dove il tempo si è fermato. Ho iniziato a viaggiare a 23 anni come accompagnatore di Avventure nel Mondo. Mi piace abbinare il trekking al viaggio: ho all’attivo svariati trekking fra Africa, Europa e Asia. Quando la montagna si riempie di coltre bianca, poi, mi piace salire con gli sci, scrutando panorami mozzafiato e specchi glaciali».
\ Cosa prova quando scia?
\ «Sciare sulla neve polverosa è l’ebbrezza di un respiro affannoso, è sentire la libertà, è crescere con la natura amando l’ambiente. Lasciando tracce scolpite da modellanti serpentine».
\ Il posto più bello dove ha sciato?
\ «Qualche mese fa sono salito e disceso con gli sci dall’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. L’anno scorso ero in partenza per l’Elbrus (la cima più alta del Caucaso, ndr), ma ho dovuto rinunciarvi a causa di una guerra civile in atto. In futuro mi piacerebbe salire con gli sci sul Toubkal, nell’Alto Atlante in Marocco, che ho già visitato qualche anno fa».
Image

Autori

Tomaselli Michele